Italia: il Tax freedom day 2016 peggiora di 4 giorni, fino al 13 agosto si lavora per pagare le tasse

Scritto il alle 09:58 da redazione [email protected]

Nel 2016 gli imprenditori lavoreranno almeno fino al 13 di agosto per pagare le tasse allo Stato italiano. Da quel giorno in poi, finalmente, potranno godersi i frutti della propria fatica. In USA è noto come “Tax Freedom Day”, ossia il giorno dell’anno dopo il quale smettiamo di lavorare per lo Stato e cominciamo a lavorare per noi.

In Italia invece sono in pochi a conoscere questa data che quest’anno slitterà di altri 4 giorni: “Per il 2016 si parla quindi di altri 4 giorni rubati ad imprenditori e professionisti che si trovano costretti a sopportare e supportare uno Stato che sentono sempre più lontano. Uno Stato che non riesce più a rappresentarli, né a fornire una valida motivazione per continuare a mettere in gioco quelle qualità che tutto il mondo ci invidia”, spiega Gianluca Massini Rosati, escapologo fiscale e autore del primo corso per imprenditori e professionisti per imparare a dimezzare il proprio carico fiscale, nel totale rispetto della legalità.

Se è vero che lo scorso anno il fatidico giorno in cui si finisce di lavorare per estinguere il proprio debito tributario era arretrato di 11 giorni (nel 2015 il tax free day è caduto il 9 agosto, mentre nel 2014 la data è stata il 20 agosto), è anche vero che per le piccole imprese il livello della pressione fiscale in Italia resta intollerabile (19,4 punti in più della media europea).

Il 2015 ha di fatto segnato una battuta d’arresto sul fronte fiscale per le Pmi italiane. Per artigiani e piccole imprese il peso della tassazione complessiva (Total tax rate) è calato di 3, 6 punti percentuali: dal 64,5% del 2012 al 60,9%. Ma nel 2016 è previsto un lieve incremento del Total tax rate (+0,1 per cento), destinato a salire al 61% complessivo.

“Attenzione a dati statistici e percentuali parziali: mostrare la diminuzione di una singola voce mentre si creano nuove imposte a compensazione è un trucco già visto, il contribuente non ha scampo se non si informa e non comincia a studiare i metodi per non cadere in trappola”, mette in guardia Massini Rosati.

Proprio con l’obiettivo di insegnare a districarsi fra i mille cavilli e le maglie sempre più opprimenti del fisco italiano, Massini Rosati tiene un corso grazie al quale, seguendo 59 consigli suddivisi per argomenti, gli imprenditori e i professionisti possono arrivare a dimezzare il carico fiscale in maniera del tutto lecita.

“Ad esempio come scaricare al 100% le spese dell’auto, carburante compreso; o come far risultare un business trip al 100% una spesa aziendale, o ancora come dedurre al 100% tutte le spese sostenute per la propria attività, perché non si conoscono specificatamente le leggi che lo permettono”, spiega l’esperto.

Ma non è tutto: è anche necessario informarsi bene su quale sia la scelta della corretta forma giuridica per una attività. “Penso a tutti quegli imprenditori e professionisti che continuano ancora a fatturare come ditte individuali o come società di persone, senza aver ancora capito che con una società di capitali imposizione è clamorosamente più bassa”, precisa ancora Massini.

“Oppure possiamo citare quei consulenti che fatturano le proprie creazioni, senza pensare che quelle attività potrebbero essere soggette ad un diverso tipo d’imposizione fiscale, che permette di non dover pagare né IVA, né INPS”, continua la sua analisi l’esperto di fisco.

Il Tax Freedom Day varia naturalmente a seconda del Paese: si va dall’India il 14 marzo, al Regno Unito il 30 maggio, passando per gli Stati Uniti il 24 aprile, fino al 29 luglio della Norvegia.

E in Italia? La media è il 13 agosto, ma nel nostro Paese vale la regola dell’onerosità della tassazione totale, che varia da regione a regione: Reggio Calabria ad esempio, città con la fiscalità più alta, si lavora per il fisco fino al 24 settembre, quasi un mese e mezzo oltre la media (10 agosto).

Seguono Bologna (19 settembre), Roma (11 settembre) Catania e Firenze (7 settembre), Bari (5 settembre), Napoli (4 settembre), Salerno e Cremona (31 agosto), Foggia (30 agosto). All’opposto, l’Eden delle imprese è Gorizia, dove l’incidenza del peso delle tasse si ferma al 54,4%, seguono Cuneo e Belluno (54,5%).

“Tra i mille cavilli del Fisco Italiano è difficile calcolare con estrema precisione la data resta il fatto che lavorare fino a metà agosto per lo Stato fa rabbrividire”, aggiunge in conclusione Massini, secondo cui “far pagare ai cittadini il 61% in tasse significa di fatto derubarli. Un’imposizione fiscale per essere considerata equa dovrebbe essere attorno al 30%. In nessun Paese del mondo pagare le tasse è un piacere, ma tutti concorderebbero su un’imposizione equa in cambio di servizi efficienti. Servizi che purtroppo molto spesso oggi non vengono erogati nel modo opportuno nemmeno a fronte del 61%”.

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