Roaming telefonico: è il momento dell’abolizione; ma la Presidenza Italiana vuole il rinvio
Si allontana, almeno potenzialmente, l’abolizione del roaming telefonico. Stando a quanto riportato dall’ Agenzia Giornalistica Italiana (AGI), sembra che la Presidenza di turno dell’Unione voglia chiedere il rinvio del provvedimento. Una richiesta giustificata dal voler fornire una risposta alle richieste delle aziende, che vorrebbero allungare i tempi affinché si proceda all’equiparazione delle tariffe. Un’equiparazione, per altro, già stabilita e fissata alla fine del 2015.
La decisione, che dovrebbe essere resa nota già nelle prossime ore, scaturirebbe dalla volontà della Presidenza di rispondere in maniera concreta ad alcuni interrogativi sollevati da alcuni Stati membri. Alla base della proposta ci potrebbe essere una regola di salvaguardia: in pratica si cercherebbe di introdurre una soglia massima di traffico telefonico e internet oltre la quale potrebbero continuare ad essere applicati i costi aggiuntivi. Tale soglia potrebbe essere calcolata facendo un calcolo del consumo domestico medio annuo dei 28 Stati membri. La soglia sarebbe, inoltre, soggetta ad incremento progressivo.
Si tratterebbe, quindi, di una proposta potenzialmente gradita agli operatori del settore, che vedrebbero così salvaguardata quella quota di profitti derivanti dai costi di roaming. Una fetta anche molto ampia, date le tariffe attualmente applicate. Dall’altra parte questo principio di salvaguardia non risponderebbe pienamente alle decisioni già prese, continuando a caricare sulle spalle dei consumatori europei tariffe troppo esose soprattutto se paragonate ai costi sostenuti dalle aziende di telecomunicazioni per offrire il servizio anche sul territorio straniero. Inoltre, questa parziale equiparazione potrebbe portare ad ulteriori aumenti delle tariffe extra-soglia, generando profitti potenzialmente maggiori rispetto a quelli attuali.
Come era prevedibile, questa indiscrezione ha causato prese di posizioni molto forti da parte di alcune associazioni per la tutela dei consumatori. L’Associazione per i diritti degli utenti e i consumatori (ADUC), in particolare, ha deciso di denunciare apertamente e duramente questo stato di cose, sottolineando il persistere di posizione di sudditanza degli utenti e dei consumatori nei confronti delle aziende, che, supportate troppo spesso da un Governo particolarmente attento agli interessi degli industriali, cercano di far pagare ai consumatori costi ingiustificati, confidando in un senso di fiducia del consumatore e nelle difficoltà che questi avrebbe per far valere i propri diritti. E ora si cerca, sempre secondo l’ADUC, di estendere la condizione di consumatore-suddito anche al contesto europeo. I cambiamenti sono costantemente posti a carico dei consumatori, che risultano ormai eccessivamente oberati. L’associazione conclude rimarcando la necessità di operare un cambiamento di tendenza, innalzando gli interessi del consumatore al medesimo livello di quelli dell’imprenditore, instaurando, in questo modo, una vera democrazia economica.