Aon Political Risk Map 2014: rischio politico in aumento nei Brics

Scritto il alle 19:00 da redazione [email protected]

Aon Risk Solutions, Area di Business di Aon dedicata alla gestione del rischio a livello globale, ha presentato la 2014 Aon Political Risk Map. La mappa analizza il rischio politico in 163 Paesi, con l’obiettivo di aiutare le aziende a valutare e analizzare la propria esposizione a diverse categorie di rischio. Imprese di tutto il mondo, grazie alla Political Risk Map, possono valutare con attenzione la situazione politica Paese per Paese, punto di partenza fondamentale per delineare le proprie scelte strategiche in termini di internazionalizzazione.

La mappa viene aggiornata con cadenza trimestrale e al verificarsi di eventi significativi dal punto di vista del rischio politico. La lunga esperienza di Aon in materia di gestione del rischio politico ha inoltre potuto contare sulla partnership con Roubini Global Economics (RGE) – società di ricerca indipendente fondata nel 2004 dal celebre economista Nouriel Roubini. La validità dell’analisi e degli aggiornamenti è stata dimostrata dalla versione precedente: infatti già a metà del 2013, la mappa era stata in grado di evidenziare l’instabilità della situazione politica in Ucraina.

Di seguito le categorie di rischio analizzate nella mappa:

Exchange Transfer: rischio di non essere in grado di effettuare pagamenti in valuta a seguito dell’imposizione di controlli in valuta locale. Questo rischio prende in esame diversi fattori economici, tra cui le misure di restrizioni in conto capitale e le riserve valutarie. Questa icona di rischio è stata aggiunta a 25 Paesi rispetto alla versione del 2013, tra cui Namibia, Nepal e Sudafrica, ed è stata ritirata in 5 Paesi, tra cui Bangladesh, Mongolia, e Uganda. Sono 107 i Paesi ad avere quest’icona.

Sovereign Non-Payment: rischio di fallimento di un governo straniero o della capacità di un’entità governativa di onorare i propri obblighi in relazione a prestiti o altri impegni finanziari. Questo rischio analizza la solvibilità di uno stato, valutando politica fiscale, rischio politico e stato di diritto. Questa icona di rischio è stata aggiunta a 22 Paesi rispetto alla mappa 2013, tra cui Gabon, Moldova e Sudafrica, ed è stata ritirata in 4 Paesi, tra cui Bielorussia, Malawi e Montenegro. Sono 108 i Paesi ad avere quest’icona.

Political Interference: rischio di intervento di un governo nell’economia o in altri settori, che può ledere gli interessi commerciali all’estero come, ad esempio, nazionalizzazione ed espropriazione. Questa icona di rischio è stata aggiunta a 6 Paesi rispetto alla versione del 2013 tra cui India, Mozambico e Capo Verde; è stata invece ritirata in 2 Paesi: Bangladesh e Benin. Sono 85 i Paesi ad avere quest’icona.

Supply Chain Disruption: rischio di interruzione del flusso di merci e/o servizi all’interno o all’esterno di un paese a causa di instabilità politica, sociale, economica o ambientale. Rispetto alla versione del 2013, è stata inserita una valutazione del livello di rischio interno della supply chain. Questa icona di rischio è stata aggiunta a 20 Paesi e territori rispetto alla precedente versione, tra cui Bahrain, Macedonia e Ruanda, ed è stata ritirata in 8 Paesi, tra cui Giamaica, Montenegro e Arabia Saudita. Sono 116 i Paesi ad avere quest’icona.

Legal & Regulatory: rischio di danni finanziari o reputazionali a causa di determinate leggi e regolamentazioni di un paese. Questa icona di rischio è stata aggiunta a 17 paesi in più rispetto alla mappa del 2013, tra cui Colombia, Marocco e Perù. E’ stata invece ritirata in 2 Paesi, tra cui Tailandia e Zambia. Sono 110 i Paesi ad avere quest’icona.

Political Violence: rischio di scioperi, sommosse, disordini civili, sabotaggio, terrorismo, guerre, rivolte civili, rivoluzioni, insurrezioni, ammutinamenti o colpi di stato. Questa icona di rischio è stato aggiunta a 19 Paesi rispetto alla mappa del 2013, tra cui Belize, Indonesia e Ucraina, ed è stata ritirata in 5 Paesi, tra cui Armenia e Serbia. Sono 104 i Paesi ad avere quest’icona.

Risk to Doing Business: ostacoli normativi all’avvio e alla gestione di un’attività imprenditoriale, come l’eccesso di burocrazia, i tempi ed i costi di registrazione di una nuova impresa, la gestione dei permessi di costruzione, il commercio transfrontaliero ed il credito bancario. Questa icona di rischio è stata aggiunta a 8 Paesi rispetto alla mappa del 2013, tra cui Botswana, Pakistan e Senegal ed è stata ritirata in 8 Paesi, tra cui El Salvador, Seychelles e Zambia. Sono 97 i Paesi ad avere quest’icona.

Banking Sector Vulnerability: rischio che il settore bancario di un paese vada in crisi o non sia in grado di sostenere la crescita economica con il credito adeguato. Questa icona di rischio è stata aggiunta a 13 Paesi rispetto alla mappa del 2013, tra cui Botswana, Pakistan e Senegal ed è stata ritirata in 13 Paesi, tra cui Barbados, Repubblica Dominicana e Ghana. Sono 108 i Paesi ad avere quest’icona.

Risk to Fiscal Stimulus: rischio che il governo non sia in grado di stimolare l’economia a causa di mancanza di credibilità fiscale, riserve in calo, indebitamento elevato o inefficienza del governo. Questa icona di rischio è stata aggiunta a 12 Paesi rispetto alla mappa del 2013, tra cui Afghanistan, Iran e Panama. Pakistan e Senegal ed è stata ritirata in 11 Paesi, tra cui Burkina Faso, Iraq e Vietnam. Sono 108 i Paesi ad avere quest’icona.

La mappa evidenzia un incremento del livello di rischio politico per tutti e cinque i Paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa). In particolare, questi Stati hanno visto un significativo incremento dei rischi di political violence, government interference, e sovereign non-payment risk.

Di seguito una breve analisi dei trends che hanno interessato i paesi BRICS

Brasile: il livello di rischio politico è in aumento rispetto al 2013; questo perché le difficoltà economiche in cui versa il paese hanno comportato una maggior ingerenza del governo nell’economia del Paese. Dato particolarmente preoccupante, in considerazione dei prossimi eventi mondiali che ospiterà il Brasile (la Coppa del Mondo quest’anno e le Olimpiadi nel 2016) .

Russia: I recenti sviluppi della crisi politica in Ucraina, con la conseguente annessione della Crimea, hanno comportato il declassamento di questo paese in termini di rischio politico. Le tensioni politiche e l’instabilità delle questioni geopolitiche hanno esacerbato un ambiente operativo già debole per le imprese e il rischio di Exchange Transfer è aumentato a seguito dell’eventualità di maggiori controlli sui nuovi capitali. L’economia russa continua ad essere dominata dal governo, quindi la situazione di stallo della politica economica ha congelato la crescita, favorendo un aumento del rischio di violenza politica .

India: La corruzione in aumento e l’alto livello di interferenza politica hanno causato un innalzamento del Legal and Regulatory Risk. Dispute territoriali, terrorismo e conflitti regionali ed etnici sono alla base dell’aumento del rischio di violenza politica.

Cina: l’aumento del rischio politico, legato ad un incremento del rischio di Political Violence, si è verificato in una fase di rallentamento della crescita economica, a dimostrazione di come crisi economica e impasse della situazione politica si rafforzino a vicenda.

Sudafrica: nonostante istituzioni politiche forti, il Sud Africa è scosso da continui scioperi – ormai il mezzo principale per la determinazione dei salari – che indeboliscono le prospettive economiche per le imprese e incidono negativamente sui costi di finanziamento .

Matthew Shires, Head of Political Risk di Aon Risk Solutions, ha dichiarato: “Utilizzando le più recenti funzionalità di dati e analisi, la mappa interattiva online di Aon consente ai clienti una chiarezza senza precedenti nel valutare i rischi politici nei Paesi emergenti. A titolo di esempio, l’instabilità della situazione in Ucraina ha cominciato ad essere evidenziata nei nostri aggiornamenti trimestrali a metà del 2013. Questi aggiornamenti trimestrali assistono i nostri clienti nel loro processo decisionale strategico e finanziario. Il livello di rischio varia considerevolmente nei mercati emergenti, e per questo è fondamentale per aziende e organizzazioni essere costantemente aggiornate sull’evoluzione del rischio politico nei vari Paesi e la misura in cui possono esserne colpiti; motivo per cui uno strumento di rischio sofisticato come la mappa online è sempre più importante”.

Paul Domjan, Managing Director di Roubini Country Insights, ha dichiarato: “Roubini Global Economics è orgogliosa di continuare a collaborare con Aon nel fornire ai propri clienti questo approccio intuitivo alla mappatura del rischio politico. Quest’anno i rischi politici nei paesi emergenti sono aumentati, in modo particolare, in alcune delle principali potenze economiche. Le nostre valutazioni trimestrali forniscono un quadro aggiornato dell’evoluzione dei rischi politici, aiutando gli investitori a reagire adeguatamente e a meglio coprire la loro esposizione . Ancora una volta, la mappa dimostra concretamente il successo della collaborazione tra l’analisi comparativa dei Paesi condotta da RGE e l’esperienza di Aon nel rischio nazionale”.

Uberto Ventura, Amministratore Delegato di Aon, sostiene: “Il contesto globale in cui viviamo presenta moltissime opportunità per le aziende italiane; in particolare, il grande interesse all’estero per il Made in Italy e i prodotti di eccellenza del nostro Paese favorisce l’ingresso delle aziende italiane in nuovi mercati. E’ però fondamentale conoscere i rischi e le difficoltà che si possono incontrare in altre realtà e Il rischio politico è una variabile che nessuna azienda può trascurare nella definizione delle proprie strategie di internazionalizzazione. Con quest’obiettivo Aon viene in soccorso delle imprese italiane con la Political Risk Map”.

Questi alcuni dei trends che emergono dalla 2014 Aon Political Risk Map:

Ucraina – La posizione dell’Ucraina è peggiorata nel corso del 2013, toccando il vertice con l’annessione della Crimea . Le implicazioni politiche di questa situazione fanno dell’Ucraina un Paese ad altissimo rischio politico. Il rischio di Exchange Transfer, già particolarmente alto, vedrà un ulteriore incremento a seguito delle restrizioni nel sistema finanziario.

Inoltre, questo può incidere negativamente sulla volontà e la capacità del Paese di onorare i propri debiti. Intanto l’indebolimento della domanda globale di metalli di base ha colpito le entrate pubbliche e ha indebolito la capacità del governo di stimolare l’economia. Oltre all’incertezza sulla situazione della Crimea, le aspirazione della Russia in Ucraina, scateneranno ulteriori focolai. Nonostante si stima che ci sarà qualche de – escalation delle tensioni politiche, probabilmente la Russia continuerà a destabilizzare l’Ucraina orientale. Le prossime elezioni presidenziali saranno alla base di un incremento di incertezza economica e politica.

La tensioni tra Ucraina e Russia possono avere significative ripercussioni anche in Italia, una dei principali importatori di gas naturale dalla Russia.

Divergenze tra Medio Oriente, Nord Africa e Africa Occidente – Gli sviluppi nel 2013 hanno incrementato il potere dei più ricchi tra i Paesi esportatori di petrolio del Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC). Se si raffronta questa situazione a quella dei Paesi nordafricani, i quali hanno minori risorse finanziarie con cui gestire eventuali shock, questi ultimi continuano a presentare un livello di rischio più elevato in tutte le tipologie di rischio politico monitorate da Aon. In particolare se Bahrain, Oman ed Emirati Arabi Uniti, hanno mantenuto un basso livello di rischio nel 2013, la Giordania, dove i rifugiati siriani hanno esacerbato una situazione politica interna non stabilissima, ha presentato un leggero peggioramento.

Di seguito in sintesi i cambiamenti in tutto il mondo sul livello di rischio politico:

– Sono 6 i Paesi in cui il livello di rischio è risultato inferiore rispetto all’anno scorso (nel 2013 i miglioramenti sono stati 13): Ghana, Haiti, Laos, Filippine, Suriname, Uganda.

– sono 16 i Paesi in cui il livello di rischio politico è aumentato rispetto all’anno precedente (nel 2013 i peggioramenti sono stati 12): Brasile, Cina, Eritrea, India, Giordania, Kiribati, Micronesia, Moldavia, Russia, Samoa, Sudafrica , Swaziland, Tonga, Tuvalu, Ucraina e Vanuatu.

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