Banche e istituti finanziari: finalmente prospettive positive

Scritto il alle 11:08 da redazione [email protected]

Secondo l’ultimo rapporto sulle tendenze del mercato ICT per il settore bancario condotto da ABI Lab, il Centro di Ricerca e Innovazione per la Banca dell’Abi, i gruppi bancari italiani ritengono la tecnologia “una leva strategica sia per ridisegnare l’operatività del settore, attraverso l’innovazione di prodotti, servizi e canali, sia per rendere più efficienti e sicuri i processi, grazie all’automatizzazione e alla digitalizzazione”. Tra gli obiettivi, dunque, non solo innovazione ma anche e soprattutto maggiore sicurezza nei processi.

Uno sguardo al recente passato

Il 2013 non è stato certo un anno facile: si sono verificati alcuni tra i più potenti attacchi DDoS ( acronimo di Distributed Denial of Service, ndr) mai registrati nella storia di internet, nel settore retail sono state rilevate violazioni massicce ai dati delle carte di credito e, non ultimo, è scoppiato il caso Snowden con le sue rivelazioni. Non stupisce che questi eventi abbiano minato profondamente la fiducia che le persone ripongono in internet e nel web in generale, soprattutto per ciò che riguarda le transazioni monetarie e di dati personali.

Basandosi su queste premesse sul passato e il futuro del settore, Luca Collacciani, Regional Sales Manager di Akamai, ha individuato quattro elementi chiave che caratterizzeranno questo 2014.

Tutto calmo sul fronte attacchi DDoS rivolti alle banche

Quest’anno, il numero degli attacchi DDoS non sarà minimamente paragonabile a quello verificatosi lo scorso anno. Si prevede che questo tipo di attacchi saranno pochi e isolati e, grazie all’adozione di strumenti di difesa sempre migliori, la maggior parte non verrà nemmeno notato. Sebbene ci siano sempre e comunque strumenti, mezzi e metodi per lanciare attacchi DDoS, quello che mancherà sarà il movente. Nel passato, infatti, i criminali informatici avevano l’obiettivo di dimostrare al mondo intero la loro capacità di rendere inaccessibili i siti web delle banche. Quando questo si è verificato, siamo rimasti tutti un po’ scioccati, ma gli Istituti hanno risposto e i risparmiatori non sono fuggiti. E qui viene a mancare l’obiettivo “shock”. Anche sul fronte economico e geo-politico, le cose sono cambiate: gli Stati Uniti hanno firmato un accordo storico con l’Iran e, grazie al mercato azionario che segna un +30%, molte persone sono ritornate ad avere fiducia nelle loro banche. Molte di queste, poi, hanno migliorato i sistemi di difesa dagli attacchi DDoS, creando programmi di condivisione delle informazioni di successo, come il FS-ISAC, e si sono unite tra loro in un atteggiamento solidale e strategico.

Attacchi DDoS e Autorità di regolamentazione

Conosciamo tutti molto bene la reazione delle Autorità ai massicci attacchi DDoS contro gli istituti bancari e finanziari. Vengono compilati report, inviate lettere, chiesti chiarimenti sulle tipologie di prevenzione attuate, e così via. In caso di attacco, sappiamo che l’azione delle Autorità non è solo verso la singola banca colpita, ma verso tutto il settore finanziario: dalle banche alle cooperative di credito e a settori collegati, come quello assicurativo. Le nuove regolamentazioni hanno effetti di enorme portata: non solo coinvolgono le aziende ma anche i partner, che vorranno conoscere quali sono le misure adottate in caso di attacchi informatici e soprattutto quali sono quelle adottate dai fornitori. Il risultato sarà maggior lavoro e spese non previste.

I Bitcoin diventano reali

Se un’azienda quotata o una società Fortune 500 accetta Bitcoin in una transazione finanziaria B2B per il pagamento di beni o servizi, ecco che l’idea diventa realtà. Sebbene sia interessante sapere che un piccolo negozio o un piccolo vendor online sta accettando Bitcoin, questo non è sufficiente. Ma se il Dipartimento di Giustizia Americana comunica al Senato che i Bitcoin possono essere ritenuti una “moneta legale di scambio”, è solo questione di tempo prima che questi diventino realtà nel mondo del business. Penso sia molto probabile che questo succeda entro la fine di quest’anno.

Back to business

Gli scorsi anni, banche e istituti finanziari hanno superato grandi sfide: la crisi finanziaria, il problema dei mutui, i massicci licenziamenti, gli interessi a tasso zero, la transizione al mobile banking e gli imponenti attacchi DDoS, per citarne alcuni. Il settore è oggi pronto a tornare al business? Credo di sì, ed ecco perché:

· Punto primo: l’anno scorso il mercato azionario ha segnato un +30%, il maggiore dal 1987. Questo porterà gli investitori a muovere capitali, cercare nuovi consulenti e scambiare azioni, molto spesso via Internet.

· Punto secondo: i problemi che si sono verificati con la transizione al mobile fanno ormai parte del passato. Quasi ogni banca ha oggi un’app e molte dichiarano di aver registrato più transazioni via mobile che attraverso qualsiasi altro canale. Queste app dovranno essere affidabili e veloci.

· Punto terzo: i tassi d’interessi si stanno rialzando e sappiamo che i consumatori hanno bisogno solo di una piccola variazione per decidere di spostare i loro soldi da una banca all’altra. Diventa fondamentale saper offrire processi semplici e veloci per l’apertura di conti via web e mobile.

Quest’anno tutto ruoterà intorno al mantenimento dei clienti attuali e alla ricerca di quelli nuovi, con una rinnovata attenzione ad aspetti fondamentali quali lealtà, convenienza, user experience e fiducia, per citarne alcuni. Ma le prospettive sono oggi diverse: più fiducia e meno pessimismo.

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