Mondiali 2014: il Brasile e l’economia nel pallone
Ancora poche ore e l’attesa per l’inizio del Mondiale 2014 sarà finita. Alle 22 italiane scenderanno in campo Brasile e Croazia, prima sfida ufficiale del campionato del mondo carioca. Dopo gli ingenti investimenti compiuti negli ultimi anni dal Brasile, la manifestazione sportiva rappresenterà un momento cruciale per le prospettive economiche del Paese sudamericano. Di seguito pubblichiamo un commento a cura del team di MoneyFarm.com. Elaborata da Paola Priola, l’analisi dell’esperta punta a verificare la bontà del connubio economia/pallone e se questo possa apportare dei benefici di lungo periodo alle economie dei Paesi in via di sviluppo o se rappresenti, come già avvenuto in passato, una spesa eccessivamente onerosa.
A poche ore dall’inizio dell’evento calcistico più atteso dell’anno il mondo economico guarda al Brasile con speranza e preoccupazione, alla luce dei dati non confortanti sulla crescita del paese nell’ultimo periodo. Infatti, se la Seleçao brasiliana pare in ottima condizione, altrettanto non si può dire della sua economia: l’IBGE (Instituto Brasileiro de Geografia e Estatística) ha recentemente pubblicato le stime sulla crescita del Pil, dimezzatosi rispetto all’ultimo semestre e assestatosi allo 0,2%.
Tuttavia, prendendo in considerazione le misure di politica economica della presidente Dilma Rousseff incentrate su sgravi fiscali, opere pubbliche e infrastrutture a carico delle tasche governative, è chiaro come i dati sul Pil siano viziati e, al netto della spesa pubblica, l’economia “verdeoro” sia a tasso zero.
Il calo del prodotto interno lordo non è l’unico fattore a preoccupare gli economisti: da un lato vi è una riduzione degli investimenti diretti esteri a causa di un sistema di infrastrutture e servizi pubblici poco competitivo rispetto ai paesi più sviluppati, dall’altro vi è una contrazione dei consumi causata dallo spettro dell’inflazione, da sempre il tallone d’achille dell’America Latina. E se alle tinte sbiadite del prospetto macroeconomico si aggiungono i colori di un’instabilità generale caratterizzante l’immaginario collettivo del paese, il quadro è tutt’altro che roseo. Infatti nonostante gli sforzi profusi dall’amministrazione si temono la microcriminalità diffusa, i black out per carenza di energia e soprattutto i disordini sociali.
Secondo le previsioni ufficiali l’afflusso di più di 500.000 mila persone dovrebbe comportare un rialzo del Pil di quattro punti percentuali, placando gli animi di chi ha protestato contro la politica dell’attuale governo, responsabile di aver speso ben più di quanto si potesse permettere per garantire lo svolgimento dei mondiali. Stime meno ottimiste, però, prevedono un incremento di un modesto e non soddisfacente 0,2%.
Congelato il giudizio sull’economia brasiliana per le prossime quattro settimane, dopo il 13 luglio vi sarà da valutare se il connubio economia e pallone possa apportare dei benefici di lungo periodo alle economie dei paesi in via di sviluppo o se rappresenti, come già avvenuto in passato, una spesa eccessivamente onerosa.